Nuovo Qe della Bce, cosa succederà ai mutui?
Le condizioni imposte dalla Bce potrebbero dare una nuova spinta ai mutui delle famiglie. In particolare non è escluso che si possano vedere tassi negativi, qualora essi risultassero più convenienti rispetto a quelli imposti dalla Bce sui depositi.
Il caso dei mutui a tassi negativi in Danimarca ha già fatto discutere, come anche il possibilismo della Germania in questo senso. Altri Paesi, tra cui l’Italia, potrebbero presto affacciarsi a questo tipo di scenario, anche se l’Abi aveva raccomandato al Governatore Bce di limitare i costi dei depositi per non gravare eccessivamente sugli equilibri economici delle banche.
Tassi di interesse mutui, dopo la Bce
“I mercati, nell’attesa dell’annuncio, si erano mossi in anticipo già negli ultimi mesi, – nota Roberto Anedda, direttore marketing di MutuiOnline, – portando l’Euribor su nuovi minimi intorno al – 0,45% e, soprattutto, facendo letteralmente crollare gli indici Irs che, con un calo dell’1% complessivo, si sono portati su valori negativi per durate fino a 10 anni, e si tengono su valori intorno allo 0,30% per le durate maggiori dopo essere scesi quasi a zero”.
Il momento, quindi – benchè lo si dica da mesi ormai – sembra più favorevole che mai a nuovi mutui e surroghe. “Il crollo degli indici si è riflesso subito sui tassi dei mutui, – afferma Anedda, – che toccano nuovi e quasi irreali minimi storici: è ora possibile ottenere un mutuo ventennale ad appena lo 0,22% di tasso variabile e alllo 0,57% per un tasso fisso. Sulla durata di 30 anni il miglior tasso variabile è ora allo 0,27% e il tasso fisso più conveniente allo 0,83%. Per la prima volta nel mercato dei mutui l’intero arco di migliori offerte, dal variabile al fisso e fino alle durate più lunghe, rimane così al di sotto della già di per sé ridotta soglia dell’1%. Tassi così contenuti risvegliano l’interesse e la convenienza per il finanziamento di un acquisto o di una ristrutturazione di un immobile, sia per abitazione che per eventuale affitto”.
Tassi mutui ai minimi
Potrebbe quindi aprirsi una nuova stagione di surroghe. “La riduzione di quasi un punto percentuale dei tassi in pochi mesi ha aperto il mercato della surroga ad una notevole quantità di mutui, accesi magari anche in anni recenti e che, per i loro tassi già convenienti, non avrebbero goduto di grandi risparmi con i tassi disponibili per la surroga fino alla primavera 2019, – è il parere di Anedda. – E così, come rileva l’Osservatorio MutuiOnline, dopo la progressiva riduzione dei flussi di surroghe registrati dalla seconda metà del 2018, nel bimestre luglio-agosto, le richieste di surroghe e sostituzioni sono schizzate al 61,6% del totale dal 38,3% del secondo trimestre (33,7% nei primi tre mesi).
“Va anche detto che tassi così ridotti hanno acceso forse fin troppo entusiasmo per le surroghe, stimolando richieste anche per mutui con durate o importi residui molto contenuti o con differenziali di tasso poco rilevanti. E’ quindi probabile che una parte anche rilevante della nuova domanda di surroghe possa non essere accolta dalle banche e quindi non trasformarsi in erogazioni effettive”.
In generale, l’ultimo Osservatorio di MutuiOnline rileva che si è ridotto il peso delle richieste di mutui per l’acquisto della prima casa, la cui quota si è fermata al 31,3% (51,6% aprile-giugno e 55,4% gennaio-marzo). Cresce però il nuovo massimo registrato dall’importo medio richiesto, salito nel terzo trimestre ad agosto a 135.410 euro dai 131.294 del secondo trimestre, e dall’importo erogato, che nello stesso periodo si è portato a 129.578 euro.
Taglio dei tassi cosa significa per il mercato?
“Lungi dal prendere in considerazione le recenti opinioni di alcuni dei suoi colleghi del Consiglio Direttivo dalle idee più aggressive, – osserva Tim Graf, responsabile macro strategy per l’area EMEA di State Street, – il presidente della BCE Mario Draghi ha proposto un pacchetto di misure di allentamento monetario per soddisfare anche coloro che erano più affamati di stimoli fiscali, assicurando ai mercati che il ritorno dell’inflazione verso il target rappresenta la massima priorità”.
“Draghi ha anche posto le basi per un cammino accomodante, dal quale il suo successore Christine Lagarde potrà partire quando inizierà il suo mandato a novembre. A questo punto è difficile che i prossimi sei mesi siano caratterizzati da innovazioni in ambito di politica monetaria, ma verosimilmente ciò non spingerà gli investimenti nell’euro né il sell-off nei titoli di stato europei. In un contesto politico così accomodante, è molto probabile che i recenti trend al ribasso registrati dalla valuta e dai rendimenti continuino”.
Nuovo Qe, effetti comparto immobiliare
A vedere in maniera favorevole questo nuovo taglio dei tassi sui mutui è stato anche il presidente di Fimaa, Santino Taverna: “Questo secondo quantitative easing, il cui avvio coinciderà con il passaggio del testimone, il primo novembre, a Christine Madeleine Lagarde, dovrebbe permettere ulteriori ribassi sul costo dei mutui e dei prestiti da parte delle banche. Ne potrà beneficiare anche il comparto immobiliare. Auspichiamo ora che il governo Conte bis avvii una nuova stagione politica fiscale in grado di stimolare maggiormente le banche a supportare famiglie ed imprese, e un programma di riduzione della pressione fiscale sugli immobili, permettendo così al comparto immobiliare di recuperare posti di lavoro e ritornare a trainare l’economia del Paese”.
Articolo letto su Idealista.it