Mutuo: perché non viene concesso?
Che cosa valuta la banca prima di accettare la domanda di finanziamento e per quali motivi può dire di no. Come risolvere il problema?
Hai intenzione di comprare la tua prima casa ma, ovviamente, hai bisogno di soldi. Per questo motivo ti sei rivolto alla banca in modo da chiedere un mutuo che ti consenta di poter acquistare l’immobile. La risposta, però, è stata negativa. Hai bussato alla porta di un altro istituto e, purtroppo, hai ottenuto lo stesso vano risultato. Ti chiedi, a questo punto: perché non viene concesso un mutuo? Quali sono gli impedimenti o, visto in un altro modo, quali sono i requisiti per poterlo avere?
Ci sono diverse variabili che condizionano la decisione di una banca quando si tratta di concedere un mutuo. Una, forse la più importante, è la capacità del richiedente di fare reddito. Se sei disoccupato o fai dei lavori saltuari che ti consentono a mal appena di arrivare alla fine del mese, difficilmente potrai restituire il prestito rispettando tutte le rate. Lo stesso può succedere se non hai un patrimonio alle spalle a cui attaccarti in caso di difficoltà. In questi casi è facile capire perché non ti viene concesso un mutuo.
Indice
- 1 Mutuo negato: il reddito del richiedente
- 2 Mutuo negato: l’affidabilità del richiedente
- 3 Mutuo negato: le caratteristiche dell’immobile
- 4 Mutuo negato: cosa fare?
Mutuo negato: il reddito del richiedente
Tra i motivi principali per cui non viene concesso un mutuo, come dicevamo, c’è la mancata capacità reddituale e patrimoniale del richiedente: un lavoro assente, precario o che non garantisce uno stipendio tale da affrontare il pagamento delle rate fino alla fine del finanziamento.
Non è che se devi restituire ogni mese, ad esempio, 700 euro e ne guadagni 1.100 la banca è tranquilla: sa che con i 400 euro che ti restano tu e la tua famiglia dovete campare, pagare le bollette, mangiare, fare benzina per andare al lavoro, ecc. È consapevole, dunque, che sarai sempre in difficoltà e che, quindi, molte rate saranno a rischio.
Di norma, e proprio per superare questo scoglio, la banca concede il mutuo solo se la rata non supera 1/3 del reddito familiare mensile netto, valutando il limite di sussistenza minima del richiedente. In sostanza, l’istituto di credito fa quattro conti e fa una stima di quello che sicuramente dovrai spendere al mese per vivere, in modo da accertare se con ciò che ti rimane riuscirai a far fronte al finanziamento. Questo aspetto, nel caso in cui si decidesse di concedere il mutuo, condizionerà il suo importo.
Allo stesso tempo, si tiene in considerazione il patrimonio mobiliare del richiedente. Se questi, ad esempio, ha dei titoli o degli investimenti a cui mettere mano per risolvere una situazione di momentanea insolvenza dovuta ad un licenziamento, ad un periodo di cassa integrazione o ad una spesa inattesa per motivi di salute o altro.
Mutuo negato: l’affidabilità del richiedente
Altro fattore importante per cui un mutuo non viene concesso è quello che riguarda l’affidabilità del cliente. La banca indagherà sul tuo passato attraverso la consultazione delle banche dati in cui finiscono i cattivi pagatori per sapere come ti sei comportato se hai già ricevuto dei finanziamenti. In particolare, farà:
- Il controllo protesti, per verificare se sei stato puntuale nei pagamenti di eventuali debiti tramite assegni o cambiali;
- Il controllo presso la Camera di Commercio per verificare se possiedi delle partecipazioni in società a rischio di fallimento o se ne hai già avuto qualcuno;
- Il controllo storico dei prestiti che hai ricevuto e se hai corrisposto puntualmente al pagamento delle rate.
Se il risultato di queste verifiche è negativo, è molto probabile che il mutuo non ti verrà concesso.
Mutuo negato: le caratteristiche dell’immobile
Può capitare anche che la banca non ritenga sufficientemente valido il tuo immobile e che, per questo, il mutuo venga negato. In pratica, l’istituto effettua una perizia per stabilire il valore della casa in modo da verificare se l’importo del finanziamento che hai chiesto corrisponde a quello decretato dal perito. La domanda di mutuo potrebbe essere respinta se, ad esempio, chiedi un mutuo di 300mila euro per una casa che ne vale 150mila. Significherebbe che, nel caso in cui tu fossi insolvente e la banca decidesse di mettere all’asta la tua casa per recuperare i soldi prestati, ne ricaverebbe non più della metà.
L’immobile, dunque, deve dare buone garanzie di rivendibilità. E non solo per il suo valore, ma anche per altri motivi. Ad esempio, raramente viene presa in garanzia una casa che i tuoi genitori ti hanno dotano se ci sono altri eredi che, ad un certo punto, potrebbero contestare la donazione e pretendere la loro parte su quella proprietà.
Inoltre, la banca è restia normalmente a concedere un mutuo per una casa che presenta delle irregolarità da un punto di vista edilizio.
Mutuo negato: cosa fare?
Come ovviare al problema di vedersi rifiutare un mutuo? Se l’ostacolo è quello di un reddito incerto a causa di lavori precari o di una situazione aziendale instabile, la soluzione più comune è quella del garante. Presentare, cioè, la domanda di finanziamento accompagnato da una persona che, appunto, garantisce per te nel caso in cui tu non potessi pagare ad un certo punto la rata dovuta.
Anche il garante, però, deve avere certi requisiti, come ad esempio:
- un reddito stabile;
- un patrimonio affidabile alle spalle;
- l’età adeguata a poter svolgere il suo ruolo nel tempo (di norma non deve avere più di 75 anni al momento dell’estinzione del finanziamento);
- le garanzie già prestate: è difficile che una banca accetti come garante una persona che sta già coprendo le spalle ad un’altra, come un genitore che fa da garante ad un altro figlio.
Altra possibilità può essere quella di chiedere un anticipo del Tfr, cioè del trattamento fine rapporto, per avere maggiore liquidità al momento di chiedere il finanziamento e, quindi, per affrontare il pagamento delle rate in modo più sereno ed offrire più garanzie al creditore. La legge consente, infatti, di fare questa richiesta all’azienda, tra le altre cose, per l’acquisto della prima casa.
Articolo di Carlos Arija Garcia letto su: La legge per tutti.it